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17 novembre 2011

16 aprile 2007

Parma: 70º anniversario della Guerra Civile Spagnola


(Foto da Internet: La Repubblica Spagnola)

A settant'anni di distanza dalla guerra civile spagnola, l'Istituto storico della Resistenza, il Centro studi movimenti e la Fondazione Solares, con il sostegno e la collaborazione del Comune e della Provincia di Parma, hanno organizzato due importanti incontri di riflessione su ciò che è stato e ciò che ha rappresentato quell'evento per l'Europa degli anni Trenta e Quaranta, per Parma e per le decine di parmigiani che vi hanno partecipato.

Sebbene territorialmente circoscritto, infatti, il conflitto superò gli ambiti nazionali della Spagna finendo per coinvolgere numerosi altri cittadini di diverse nazionalità, da una parte tesi a portare il loro volontario contributo di militanti antifascisti alla causa della Repubblica spagnola, dall'altro inviati da Hitler e Mussolini a sostegno delle truppe di Francisco Franco.

La guerra tra repubblicani e franchisti contrappose dunque in campo aperto fascismo e antifascismo, anticipando per molti versi ciò che accadde nel corso del secondo conflitto mondiale in gran parte dei paesi occupati dagli eserciti dell'Asse e rappresentando un passaggio dirompente nella storia europea della prima metà del secolo scorso.

L’incontro, Dall'Oltretorrente a Mirabueno. Guido Picelli nelle carte degli archivi sovietici, si terrà mercoledì 18 aprile 2007, alle ore 21.00 al cinema Edison, e sarà centrato in modo particolare sull'esperienza sovietica di Guido Picelli, sui volontari parmensi in Spagna e sugli migranti politici italiani che dall'Urss andarono a combattere in Spagna, alla luce della nuova documentazione recuperata negli archivi di Mosca.

Notizia da eventi.parma.it

8 febbraio 2007

10 Febbraio: la Commissione della Verità

(Immagine da ACPV)

Franco Frattini, Vicepresidente dell'Unione Europea, insieme a Francesco Cossiga, Danielle Mitterrand, Gabriel Jackson e Federico Mayor Zaragoza, presenta nel Palau de Congressos di Valenza questa commissione di ricerca per denunciare la repressione franchista. E' la prima volta che si crea una commissione di questo tipo in Spagna, in risposta alle raccomandazioni del Consiglio di Europa. Uno dei motivi di queste raccomandazioni è stata la scoperta di una fossa comune nel cimitero di Valencia, dove ci sono 26.300 vittime della repressione franchista. Il sindaco di Valencia, Rita Barberá, voleva costruire sopra queste fosse delle nuove nicchie.

L'obiettivo di questa commissione è la ricerca storiografica sugli anni seguenti alla Guerra Civile, quelli della repressione del dopoguerra e i lunghi e scuri anni del franchismo: i campi di concentramento, le carceri, gli spariti e l'esilio.

I criminali non sono mai stati puniti in questo paese, ma neanche le vittime hanno avuto un riconoscimento pubblico: trecentomila incarcerati, settecentomila esiliati, duecentomila fucilati e nessun processo.

4 gennaio 2007

L'Italia e l'Europa contro la pena di morte

(foto da Internet)
Dopo la condanna a morte e l'esecuzione di Saddam Hussein, l'Europa chiede l'abolizione della pena di morte. Due paesi membri delle Nazioni Unite applicano la pena capitale, gli Stati Uniti e la Cina, ma per l'Europa, democrazia e pena di morte sono incompatibili. Il Presidente del Consiglio Romano Prodi si è impegnato in prima persona in favore di una moratoria generale: "La pena di morte va tolta per tutti e da tutti i paesi. La politica italiana agirà in questo senso". Roma ha ricevuto il sostegno anche della Francia, che ha sottolineato l'importanza di una posizione comune europea contro la pena capitale. Inoltre, il nuovo segretario generale dell'ONU Ban Ki Moon si pronuncia ora contro la pena di morte, anche se precedentemente aveva detto: "Sulla questione della pena capitale la decisione spetta singolarmente a ogni stato che fa parte dell'ONU". Una dichiarazione stupefacente.
Noi siamo contro la pena di morte in ogni caso, e abbiamo scelto la foto del Colosseo illuminato perché le sue luci cambiano ogni volta che nel mondo si commuta una condanna a morte.
(Immagine da Amnesty International)