31 dicembre 2006

Il tempo

(disegno di Tadahiro Uesugi)

LORENZO IL MAGNIFICO (1449 - 1492)

Canzone di Bacco

Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Quest'è Bacco e Arianna,
belli, e l'un dell'altro ardenti:
perché 'l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe e altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Queste ninfe anche hanno caro
da loro esser ingannate:
non può fare a Amor riparo,
se son gente rozze e ingrate:
ora insieme mescolate
suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Questa soma, che vien drieto
sopra l'asino, è Sileno:
così vecchio è ebbro e lieto
già di carne e d'anni pieno;
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca, oro diventa.
E che giova aver tesoro,
s'altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi sian, giovani e vecchi,
lieti ognun femmine e maschi;
Ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò ch'ha a esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

30 dicembre 2006

Arte Naïf: Marino di Fazio


(Immagine dal sito di Marino di Fazio)

Marino di Fazio è un pittore genovese. Nel suo sito leggiamo:

Nei primi anni settanta scopre la sua vocazione di pittore, che coltiva e matura da autodidatta, riservando e trasferendo in questa forma espressiva - lui personaggio schivo e silenzioso , tutto il suo mondo interiore di sognatore. Inizia la sua attivita' pubblica con una mostra personale nel 1979 , attivita' che prosegue negli anni successivi - con sempre crescente padronanza tecnica , capacita' espressiva e consapevolezza di essere un ottimo "comunicatore" - esponendo in mostre personali e collettive, a Viareggio , Firenze , S.Marino , Nizza , Roma e naturalmente, Genova, instaurando, a meta' degli anni ottanta un proficuo rapporto di collaborazione con la galleria d'arte Il Crocicchio di Campomorone che contribuisce notevolmente a diffondere la notorieta' del pittore tra i cultori d'arte Genovesi e, soprattutto Polceveraschi.
I riferimenti linguistici della pittura di Di Fazio sono da individuarsi con certezza, nel mondo espressivo dei pittori NAIF slavi. Un riferimento non nuovo, utilizzato ed abusato da non pochi pittori "ingenui" nostrani , ma che trova in Di Fazio un traduttore originale e sincero. Il mondo raccontato da Di Fazio non e' quello stereotipato e schematizzato di tanti epigoni del mondo pittorico NAIF dell'est europeo , ma e' invece, un mondo "nostrano" , a noi familiare , sia in quanto al paesaggio rappresentato , sia in quanto ai sentimenti raccontati. I suoi dipinti attingono a piene mani nei sentimenti piu' profondi, piu' radicati , piu' ancestrali del loro autore, che sono di fatto anche i nostri sentimenti. Le sue immagini raccontano con garbo ed apparente semplicita' ed indiscutibile candore favole senza tempo che irretiscono l'osservatore, lo trasportano al proprio interno e lo rendono partecipe del racconto , del sogno , del ricordo. Attraverso questi racconti poetici e magici, anche l'osservatore meno sensibile alle suggestioni dei ricordi e della nostalgia prova l'emozione di riscoprire le proprie radici."

C'è una mostra con i suoi dipinti a Luzzara, dal 31 dicembre 2006 al 25 Marzo 2007, nella Mostra Nazionale delle Arti Naives, XXXVII edizione del premio Cesare Zavattini. Oltre a ciò, potete inviare delle cartoline con i disegni di Marino di Fazio.

29 dicembre 2006

Aspettando la Befana

(da Rai.it)

Joe Petrosino, poliziotto italiano a New York


(foto da Internet: il vero Petrosino e l'attore protagonista della fiction della RAI, Beppe Fiorello)

Joe (Giuseppe) Petrosino (Padula, 30 agosto 1869- Palermo, 12 marzo1909), fu un agente della polizia newyorkese. Emigrò con la famiglia a New York e crebbe nell'ambiente di Little Italy, arruolandosi nel 1883 come agente nella polizia. Morì a Palermo durante una missione in Sicilia per condurre indagini sulla nascente mafia, a cavallo del XX secolo conosciuta come la Mano Nera. Circa 200.000 persone parteciparono al suo funerale a New York, un numero fino ad allora mai raggiunto da alcun funerale in America. Su Joe Petrosino sono stati scritti diversi libri e fumetti. Petrosino è stato protagonista di diversi film, sceneggiati televisivi e fiction, come quella della RAI del 2005.

27 dicembre 2006

La tradizione dell'albero di Natale

(disegno di Nahoco Uchigaki)

I nostri colleghi di Chiodo schiaccia chiodo hanno già parlato della tradizione del presepe in Italia. Adesso vi parleremo noi di un'altra tradizione natalizia, quella dell'albero di Natale. Leggiamo a ilnatale.org:
Presso i Celti ogni mese era posto sotto la protezione di un albero, ma vi erano dei giorni speciali che avevano un albero tutto per sé. Era il loro un calendario lunare, composto di tredici mesi di 28 giorni per un totale di 364. Ma ancora restavano 24 ore, l'equivalente del nostro 23 dicembre. Un giorno mancante, intercalare, ritenuto vigilia del solstizio d'inverno, considerato nefasto, e dedicato al tasso, l'albero del lutto. Il 24, invece, i festeggiamenti erano presieduti dall'abete, l'albero della nascita, dono della benevolenza divina e simbolo di immortalità (da qui l'uso di piantare un albero quando nasce un bambino, vedi "Battesimo"). Al solstizio d'inverno il grande dio germanico Odino veniva rappresentato da un abete verde ornato di spighe ed esaltato con il nome di Yule, dal gallico gale, ruota. Ancora oggi, nei Paesi nordici, è chiamato Yule e "albero di Yule" il tradizionale abete decorato - albero di Natale.

Virgilio racconta che anche i Romani usavano portare in giro durante i Saturnali un giovane abete augurale. Nulla di nuovo dunque nell'albero delle nostre feste che alcuni fanno risalire a Martin Luterò e altri al marito della regina Vittoria. La verità è che questa tradizione si ritirò con l'avanzare di altre credenze. Osteggiata dalla Chiesa che amava di più il presepio, fu combattuta dai puritani che nel 1642 fecero bruciare tutti i rami di sempreverdi con cui i londinesi avevano decorato la città. Calmate le acque, come tutte le cose forti e importanti, tornò a diffondersi e oggi, vero o finto, un albero pieno di luci è in ogni casa.

Cosa ne pensate? Amate anche voi questa antica tradizione?

Insonnia

(disegno di Tadahiro Uesugi)
Senza commenti...

26 dicembre 2006

La febbre dei calendari


(Foto del Calendario Lavazza 2007)
E' arrivata l'invasione periodica annuale dei calendari: nudi per la difesa dell'ambiente o degli animali, calciatori, calciatrici, casalinghe, vigili del fuoco, infermiere, giocatrici di pallavolo, idraulici, ecc. Guardate qui se volete per vederne una piccola mostra.




Qui sopra, ad esempio, vediamo due esempi di calendari benefici, quello delle Crocerossine (volontarie della Croce Rossa italiana) o dell'Associazione Sormanni i cui contributi saranno utilizzati per la costruzione di una scuola in Kenya.
Qui sotto vediamo uno dei tanti calendari di pescatrici (sì, ce ne sono diversi, a quanto pare hanno molto successo) e quello dei metalmeccanici di Fermignano... Potremmo parlarne, sia dell'estetica sia della qualità delle foto!




Ci sono inoltre altri tipi di calendari, di solito i più richiesti, dove i protagonisti sono donne o uomini nudi (o quasi).



E poi ci sono i calendari di gatti, cani, ecc.




Un altro calendario molto atteso (come il calendario Pirelli) è l Calendario Lavazza, a cui appartiene la prima fotografia. Quello del 2007 è un'idea del pubblicista Armando Testa con fotografie di Eugenio Recuenco, dove si mostrano donne bellissime dotate di superpoteri.

Abbiamo letto su Repubblica l'opinione del direttore marketing di Lavazza:

Ci è piaciuto immaginare che in fondo i nostri angeli sono le donne - ha spiegato Giuseppe Lavazza, direttore marketing del gruppo piemontese maggiore produttore italiano di caffè - la realtà purtroppo è spesso difficile, dura, cruenta, se si ha la fortuna di avere un angelo al fianco tutto è più facile.

Ma se le donne sono degli angeli custodi degli uomini, quali sarebbero quelli delle donne? O le donne sono tutte degli esseri eterei e generosi che vivono per gli altri? Le cameriere dell'iperspazio? Insomma, lo sappiamo che devono vendere, ma un po' più di rispetto, anche noi spendiamo i soldi!

E voi, quale tipo di calendario preferite?

25 dicembre 2006

Il Padrino del Soul

Il mondo della musica è in lutto per la scomparsa di James Brown, un mito del soul. Aveva 73 anni. Ha un sito ufficiale chiamato Godfather of Soul, il Padrino del Soul. Se volete vedere il video di Repubblica che racconta questa notizia, cliccate qui. Se invece volete vederlo in un suo concerto, cliccate qui.

24 dicembre 2006

Vennero i freddi

(Disegno di Sakurako-Zyabara)


Vennero i freddi (Attilio Bertolucci)


Vennero i freddi,
con bianchi pennacchi e azzurre spade
spopolarono le contrade.
Il riverbero dei fuochi splendé calmo nei vetri.
La luna era sugli spogli orti invernali.

23 dicembre 2006

L'Enciclopedia Treccani

(foto da Internet)

Vi invitiamo a leggere il sito dell'Enciclopedia Treccani, che abbiamo trovato molto interessante. Fra le notizie che ci sono, ne segnaliamo questa:
Nell'area di Lingue e Letterature Dieci libri per cinquant'anni, una iniziativa rivolta agli insegnanti per incentivare lo studio del secondo Novecento in letteratura. Abbiamo chiesto a dieci esperti di stilare ciascuno un proprio 'canone', contenente dieci titoli di opere narrative pubblicate in Italia tra il 1955 e il 2005. Ciascuno ha presentato il suo canone, motivato sia da personali scelte di gusto sia – soprattutto – da oggettive ragioni tematiche, stilistiche e sociologiche.
Nell’area di Matematica: una analisi dell'errore in matematica, anche per affrontare in modo diverso il problema degli interventi di recupero delle difficoltà.
Nell’area di Scienze sperimentali alcuni interventi sugli stati di aggregazione e sui relativi passaggi di stato della materia. Novità
Nell’area di Scienze umane e sociali una riflessione su alcuni pensatori del Ventesimo secolo che proposero nuove chiavi interpretative della filosofia della storia.


Potete quindi vedere quali siano, secondo gli studiosi, le opere letterarie più importanti degli ultimi cinquant'anni, se avete la curiosità.

le cartoline dei bloggers


Ci sono tantissime cartoline che ci augurano buone feste, ma fra tutte ce ne sono alcune singolari, come questa di Divina, nella cui pagina possiamo trovare tanti bei disegni. Guardate questa, ad esempio:


22 dicembre 2006

Lost

(Foto da Internet)

Lost è un serial televisivo statunitense che ha spopolato nelle ultime tre stagioni televisive in diversi paesi. In Italia il serial è stato trasmesso da Rai Due, Fox e Sky Tv, ottenendo molti riconoscimenti sia di pubblico sia di critica. Il fenomeno è stato così pervasivo che ha generato parecchi siti, forum, blog e podcast sull’argomento. Se anche voi seguite le avventure di questi naufraghi, forse vi farà piacere ascoltare LostPod: si tratta di un podcast in italiano dedicato alla popolare serie televisiva. Paolino prendera' in esame i misteri dell'isola piu' chiacchierata della TV, con approfondimenti sui personaggi e sui misteri, oltre a dare libero spazio a chiunque desideri dare la propria opinione. E voi, che ne pensate di Lost?

21 dicembre 2006

Buon Natale



Per gli allievi di Alzira e di Carcaixent

Mi dispiace, ma non potrò mangiare oggi il panettone con voi, sono ancora malata! Buone vacanze, Buon Natale e Auguri a tutti!


E Buon Natale anche per il resto! Auguri e che la Befana vi porti tanti bei regali!
(non riesco a scrivere di più, vi saluto!)

-Disegni tratti da Internet-

18 dicembre 2006

Le ricette di Natale (anche per i bambini)

Da www.ilnatale.org riportiamo qui alcune ricette tradizionali del Natale, per farle anche con l'aiuto dei bambini

Dolci di Natale

Ogni festa che si rispetti è accompagnata da sapori e dalla cucina tipica che con le ricette tradizionali mantiene vive usanze ormai consolidate. Per quanto riguarda il Natale, vanno segnalati i dolci di Natale. Sulla nostra tavola possiamo sempre trovare, nel periodo natalizio, torrone, il pandoro o il tradizionale panettone con i canditi, biscotti e frollini di natale senza tralasciare il tronchetto di Natale ricoperto di cioccolata.

Le ricette per i dolci di Natale:

Ricette per la Vigilia di Natale

Il cenone della vigilia di Natale presenta piatti "magri" a base di verdure, legumi e pesce. Le ricette e la cucina della vigilia di Natale aveva nella tradizione un significato purificatorio, di penitenza e di astensione dagli eccessi quotidiani.


Ricette per il Pranzo di Natale

Il pranzo di Natale presenta ricette e pietanze tipiche, differenti a seconda delle diverse ricette tradizionali regionali italiane. A seguire alcuni piatti della cucina tipica di Natale. Ricette per il pranzo di Natale da copiare e cucinare per i propri cari, mantenendo vive le tradizioni per le feste, anche a tavola.

16 dicembre 2006

Lettura: I figli di Babbo Natale, di Italo Calvino (Marcovaldo)


I figli di Babbo Natale

di Italo Calvino

Non c'è epoca dell'anno più gentile e buona, per il mondo dell'industria e del commercio, che il Natale e le settimane precedenti. Sale dalle vie il tremulo suono delle zampogne; e le società anonime, fino a ieri freddamente intente a calcolare fatturato e dividendi, aprono il cuore agli affetti e al sorriso. L'unico pensiero dei Consigli d'amministrazione adesso è quello di dare gioia al prossimo, mandando doni accompagnati da messaggi d'augurio sia a ditte consorelle che a privati; ogni ditta si sente in dovere di comprare un grande stock di prodotti da una seconda ditta per fare i suoi regali alle altre ditte; le quali ditte a loro volta comprano da una ditta altri stock di regali per le altre; le finestre aziendali restano illuminate fino a tardi, specialmente quelle del magazzino, dove il personale continua le ore straordinarie a imballare pacchi e casse; al di là dei vetri appannati, sui marciapiedi ricoperti da una crosta di gelo s'inoltrano gli zampognari, discesi da buie misteriose montagne, sostano ai crocicchi del centro, un po' abbagliati dalle troppe luci, dalle vetrine troppo adorne, e a capo chino dànno fiato ai loro strumenti; a quel suono tra gli uomini d'affari le grevi contese d'interessi si placano e lasciano il posto ad una nuova gara: a chi presenta nel modo più grazioso il dono più cospicuo e originale.
Alla Sbav quell'anno l'Ufficio Relazioni Pubbliche propose che alle persone di maggior riguardo le strenne fossero recapitate a domicilio da un uomo vestito da Babbo Natale.
L'idea suscitò l'approvazione unanime dei dirigenti. Fu comprata un'acconciatura da Babbo Natale completa: barba bianca, berretto e pastrano rossi bordati di pelliccia, stivaloni. Si cominciò a provare a quale dei fattorini andava meglio, ma uno era troppo basso di statura e la barba gli toccava per terra, uno era troppo robusto e non gli entrava il cappotto, un altro troppo giovane, un altro invece troppo vecchio e non valeva la pena di truccarlo.
Mentre il capo dell'Ufficio Personale faceva chiamare altri possibili Babbi Natali dai vari reparti, i dirigenti radunati cercavano di sviluppare l'idea: l'Ufficio Relazioni Umane voleva che anche il pacco-strenna alle maestranze fosse consegnato da Babbo Natale in una cerimonia collettiva; l'Ufficio Commerciale voleva fargli fare anche un giro dei negozi; l'Ufficio Pubblicità si preoccupava che facesse risaltare il nome della ditta, magari reggendo appesi a un filo quattro palloncini con le lettere S, B, A, V.
Tutti erano presi dall'atmosfera alacre e cordiale che si espandeva per la città festosa e produttiva; nulla è più bello che sentire scorrere intorno il flusso dei beni materiali e insieme del bene che ognuno vuole agli altri; e questo, questo soprattutto - come ci ricorda il suono, firulí firulí, delle zampogne -, è ciò che conta.
In magazzino, il bene - materiale e spirituale - passava per le mani di Marcovaldo in quanto merce da caricare e scaricare. E non solo caricando e scaricando egli prendeva parte alla festa generale, ma anche pensando che in fondo a quel labirinto di centinaia di migliaia di pacchi lo attendeva un pacco solo suo, preparatogli dall'Ufficio Relazioni Umane; e ancora di più facendo il conto di quanto gli spettava a fine mese tra " tredicesima mensilità " e " ore straordinarie ". Con qui soldi, avrebbe potuto correre anche lui per i negozi, a comprare comprare comprare per regalare regalare regalare, come imponevano i più sinceri sentimenti suoi e gli interessi generali dell'industria e del commercio.
Il capo dell'Ufficio Personale entrò in magazzino con una barba finta in mano: - Ehi, tu! - disse a Marcovaldo. - Prova un po' come stai con questa barba. Benissimo! Il Natale sei tu. Vieni di sopra, spicciati. Avrai un premio speciale se farai cinquanta consegne a domicilio al giorno.
Marcovaldo camuffato da Babbo Natale percorreva la città, sulla sella del motofurgoncino carico di pacchi involti in carta variopinta, legati con bei nastri e adorni di rametti di vischio e d'agrifoglio. La barba d'ovatta bianca gli faceva un po' di pizzicorino ma serviva a proteggergli la gola dall'aria.
La prima corsa la fece a casa sua, perché non resisteva alla tentazione di fare una sorpresa ai suoi bambini. " Dapprincipio, - pensava, non mi riconosceranno. Chissà come rideranno, dopo! "
I bambini stavano giocando per la scala. Si voltarono appena. - Ciao papà.
Marcovaldo ci rimase male. -Mah... Non vedete come sono vestito?
- E come vuoi essere vestito? - disse Pietruccio. - Da Babbo Natale, no?
- E m'avete riconosciuto subito?
- Ci vuol tanto! Abbiamo riconosciuto anche il signor Sigismondo che era truccato meglio di te!
- E il cognato della portinaia!
- E il padre dei gemelli che stanno di fronte!
- E lo zio di Ernestina quella con le trecce!
- Tutti vestiti da Babbo Natale? - chiese Marcovaldo, e la delusione nella sua voce non era soltanto per la mancata sorpresa familiare, ma perché sentiva in qualche modo colpito il prestigio aziendale.
- Certo, tal quale come te, uffa, - risposero i bambini, - da Babbo Natale, al solito, con la barba finta, - e voltandogli le spalle, si rimisero a badare ai loro giochi.
Era capitato che agli Uffici Relazioni Pubbliche di molte ditte era venuta contemporaneamente la stessa idea; e avevano reclutato una gran quantità di persone, per lo più disoccupati, pensionati, ambulanti, per vestirli col pastrano rosso e la barba di bambagia. I bambini dopo essersi divertiti le prime volte a riconoscere sotto quella mascheratura conoscenti e persone del quartiere, dopo un po' ci avevano fatto l'abitudine e non ci badavano più.
Si sarebbe detto che il gioco cui erano intenti li appassionasse molto. S'erano radunati su un pianerottolo, seduti in cerchio. - Si può sapere cosa state complottando? - chiese Marcovaldo.
- Lasciaci in pace, papà, dobbiamo preparare i regali.
- Regali per chi?
- Per un bambino povero. Dobbiamo cercare un bambino povero e fargli dei regali.
- Ma chi ve l'ha detto?
- C'è nel libro di lettura.
Marcovaldo stava per dire: " Siete voi i bambini poveri! ", ma durante quella settimana s'era talmente persuaso a considerarsi un abitante del Paese della Cuccagna, dove tutti compravano e se la godevano e si facevano regali, che non gli pareva buona educazione parlare di povertà, e preferì dichiarare: - Bambini poveri non ne esistono più!
S'alzò Michelino e chiese: - È per questo, papà, che non ci porti regali?
Marcovaldo si sentí stringere il cuore. - Ora devo guadagnare degli straordinari, - disse in fretta, - e poi ve li porto.
- Li guadagni come? - chiese Filippetto.
- Portando dei regali, - fece Marcovaldo.
- A noi?
- No, ad altri.
- Perché non a noi? Faresti prima..
Marcovaldo cercò di spiegare: - Perché io non sono mica il Babbo Natale delle Relazioni Umane: io sono il Babbo Natale delle Relazioni Pubbliche. Avete capito?
- No.
- Pazienza -. Ma siccome voleva in qualche modo farsi perdonare d'esser venuto a mani vuote, pensò di prendersi Michelino e portarselo dietro nel suo giro di consegne. - Se stai buono puoi venire a vedere tuo padre che porta i regali alla gente, - disse, inforcando la sella del motofurgoncino.
- Andiamo, forse troverò un bambino povero, - disse Michelino e saltò su, aggrappandosi alle spalle del padre.
Per le vie della città Marcovaldo non faceva che incontrare altri Babbi Natale rossi e bianchi, uguali identici a lui, che pilotavano camioncini o motofurgoncini o che aprivano le portiere dei negozi ai clienti carichi di pacchi o li aiutavano a portare le compere fino all'automobile. E tutti questi Babbi Natale avevano un'aria concentrata e indaffarata, come fossero addetti al servizio di manutenzione dell'enorme macchinario delle Feste.
E Marcovaldo, tal quale come loro, correva da un indirizzo all'altro segnato sull'elenco, scendeva di sella, smistava i pacchi del furgoncino, ne prendeva uno, lo presentava a chi apriva la porta scandendo la frase:
- La Sbav augura Buon Natale e felice anno nuovo,- e prendeva la mancia.
Questa mancia poteva essere anche ragguardevole e Marcovaldo avrebbe potuto dirsi soddisfatto, ma qualcosa gli mancava. Ogni volta, prima di suonare a una porta, seguito da Michelino, pregustava la meraviglia di chi aprendo si sarebbe visto davanti Babbo Natale in persona; si aspettava feste, curiosità, gratitudine. E ogni volta era accolto come il postino che porta il giornale tutti i giorni.
Suonò alla porta di una casa lussuosa. Aperse una governante. - Uh, ancora un altro pacco, da chi viene?
- La Sbav augura...
- Be', portate qua, - e precedette il Babbo Natale per un corridoio tutto arazzi, tappeti e vasi di maiolica. Michelino, con tanto d'occhi, andava dietro al padre.
La governante aperse una porta a vetri. Entrarono in una sala dal soffitto alto alto, tanto che ci stava dentro un grande abete. Era un albero di Natale illuminato da bolle di vetro di tutti i colori, e ai suoi rami erano appesi regali e dolci di tutte le fogge. Al soffitto erano pesanti lampadari di cristallo, e i rami più alti dell'abete s'impigliavano nei pendagli scintillanti. Sopra un gran tavolo erano disposte cristallerie, argenterie, scatole di canditi e cassette di bottiglie. I giocattoli, sparsi su di un grande tappeto, erano tanti come in un negozio di giocattoli, soprattutto complicati congegni elettronici e modelli di astronavi. Su quel tappeto, in un angolo sgombro, c'era un bambino, sdraiato bocconi, di circa nove anni, con un'aria imbronciata e annoiata. Sfogliava un libro illustrato, come se tutto quel che era li intorno non lo riguardasse.
- Gianfranco, su, Gianfranco, - disse la governante, - hai visto che è tornato Babbo Natale con un altro regalo?
- Trecentododici, - sospirò il bambino - senz'alzare gli occhi dal libro. - Metta lí.
- È il trecentododicesimo regalo che arriva, - disse la governante. - Gianfranco è cosí bravo, tiene il conto, non ne perde uno, la sua gran passione è contare.
In punta di piedi Marcovaldo e Michelino lasciarono la casa.
- Papà, quel bambino è un bambino povero? - chiese Michelino.
Marcovaldo era intento a riordinare il carico del furgoncino e non rispose subito. Ma dopo un momento, s'affrettò a protestare: - Povero? Che dici? Sai chi è suo padre? È il presidente dell'Unione Incremento Vendite Natalizie! Il commendator...
S'interruppe, perché non vedeva Michelino. Michelino, Michelino! Dove sei? Era sparito.
" Sta' a vedere che ha visto passare un altro Babbo Natale, l'ha scambiato per me e gli è andato dietro... " Marcovaldo continuò il suo giro, ma era un po' in pensiero e non vedeva l'ora di tornare a casa.
A casa, ritrovò Michelino insieme ai suoi fratelli, buono buono.
- Di' un po', tu: dove t'eri cacciato?
- A casa, a prendere i regali... Si, i regali per quel bambino povero...
- Eh! Chi?
- Quello che se ne stava cosi triste.. - quello della villa con l'albero di Natale...
- A lui? Ma che regali potevi fargli, tu a lui?
- Oh, li avevamo preparati bene... tre regali, involti in carta argentata.
Intervennero i fratellini. Siamo andati tutti insieme a portarglieli! Avessi visto come era contento!
- Figuriamoci! - disse Marcovaldo. - Aveva proprio bisogno dei vostri regali, per essere contento!
- Sí, sí dei nostri... È corso subito a strappare la carta per vedere cos'erano...
- E cos'erano?
- Il primo era un martello: quel martello grosso, tondo, di legno...
- E lui?
- Saltava dalla gioia! L'ha afferrato e ha cominciato a usarlo!
- Come?
- Ha spaccato tutti i giocattoli! E tutta la cristalleria! Poi ha preso il secondo regalo...
- Cos'era?
- Un tirasassi. Dovevi vederlo, che contentezza... Ha fracassato tutte le bolle di vetro dell'albero di Natale. Poi è passato ai lampadari...
- Basta, basta, non voglio più sentire! E... il terzo regalo?
- Non avevamo più niente da regalare, cosi abbiamo involto nella carta argentata un pacchetto di fiammiferi da cucina. È stato il regalo che l'ha fatto più felice. Diceva: " I fiammiferi non me li lasciano mai toccare! " Ha cominciato ad accenderli, e...
-E...?
- .ha dato fuoco a tutto!
Marcovaldo aveva le mani nei capelli. - Sono rovinato!
L'indomani, presentandosi in ditta, sentiva addensarsi la tempesta. Si rivesti da Babbo Natale, in fretta in fretta, caricò sul furgoncino i pacchi da consegnare, già meravigliato che nessuno gli avesse ancora detto niente, quando vide venire verso di lui tre capiufficio, quello delle Relazioni Pubbliche, quello della Pubblicità e quello dell'Ufficio Commerciale.
- Alt! - gli dissero, - scaricare tutto; subito!
" Ci siamo! " si disse Marcovaldo e già si vedeva licenziato.
- Presto! Bisogna sostituire i pacchi! - dissero i Capiufficio. - L'Unione Incremento Vendite Natalizie ha aperto una campagna per il lancio del Regalo Distruttivo!
- Cosi tutt'a un tratto... - commentò uno di loro. Avrebbero potuto pensarci prima...
- È stata una scoperta improvvisa del presidente, - spiegò un altro. - Pare che il suo bambino abbia ricevuto degli articoli-regalo modernissimi, credo giapponesi, e per la prima volta lo si è visto divertirsi...
- Quel che più conta, - aggiunse il terzo, - è che il Regalo Distruttivo serve a distruggere articoli d'ogni genere: quel che ci vuole per accelerare il ritmo dei consumi e ridare vivacità al mercato... Tutto in un tempo brevissimo e alla portata d'un bambino... Il presidente dell'Unione ha visto aprirsi un nuovo orizzonte, è ai sette cieli dell'entusiasmo...
- Ma questo bambino, - chiese Marcovaldo con un filo di voce, - ha distrutto veramente molta roba?
- Fare un calcolo, sia pur approssimativo, è difficile, dato che la casa è incendiata...
Marcovaldo tornò nella via illuminata come fosse notte, affollata di mamme e bambini e zii e nonni e pacchi e palloni e cavalli a dondolo e alberi di Natale e Babbi Natale e polli e tacchini e panettoni e bottiglie e zampognari e spazzacamini e venditrici di caldarroste che facevano saltare padellate di castagne sul tondo fornello nero ardente.
E la città sembrava più piccola, raccolta in un'ampolla luminosa, sepolta nel cuore buio d'un bosco, tra i tronchi centenari dei castagni e un infinito manto di neve. Da qualche parte del buio s'udiva l'ululo del lupo; i leprotti avevano una tana sepolta nella neve, nella calda terra rossa sotto uno strato di ricci di castagna.
Usci un leprotto, bianco, sulla neve, mosse le orecchie, corse sotto la luna, ma era bianco e non lo si vedeva, come se non ci fosse. Solo le zampette lasciavano un'impronta leggera sulla neve, come foglioline di trifoglio. Neanche il lupo si vedeva, perché era nero e stava nel buio nero del bosco. Solo se apriva la bocca, si vedevano i denti bianchi e aguzzi.
C'era una linea in cui finiva il bosco tutto nero e cominciava la neve tutta bianca. Il leprotto correva di qua ed il lupo di là.
Il lupo vedeva sulla neve le impronte del leprotto e le inseguiva, ma tenendosi sempre sul nero, per non essere visto. Nel punto in cui le impronte si fermavano doveva esserci il leprotto, e il lupo usci dal nero, spalancò la gola rossa e i denti aguzzi, e morse il vento.
Il leprotto era poco più in là, invisibile; si strofinò un orecchio con una zampa, e scappò saltando.
È qua? È là? no, è un po' più in là?
Si vedeva solo la distesa di neve bianca come questa pagina.

15 dicembre 2006

Musica e matematica: Lucio Cadeddu ed Ettore Carta

(foto da http://riemann.unica.it)
In rapporto con il post precedente, vi invitiamo a visitare il sito del professore Lucio Cadeddu, docente di analisi matematica dell'Università di Cagliari, dove esplora il rapporto fra la matematica (e i frattali) e la musica, insieme a Ettore Carta, direttore d'Orchestra e compositore. In questo sito potrete vedere le figure più semplici da ottenere, la struttura dei fiocchi di neve, e persino ascoltare della musica creata attraverso i frattali.

(Non funziona bene il collegamento con il sito, quindi meglio aprite questa pagina per vederlo: http://riemann.unica.it/attivita/colloquium/cadeddu/musicamatematica/)

14 dicembre 2006

Rilassatevi con i Mandala



Colorare un mandala aiuta a rilassarsi ed a concentrarsi sul presente. Per alcuni ha un significato mistico, per altri aiuta a star bene o a sviluppare la creatività e il senso artistico. Voi cosa ne pensate?
Mandala significa cerchio in sanscrito e la sua struttura si organizza intorno a un centro. Le parti possono essere simmetriche o complementari. I mandala ci ricordano alcune delle strutture che troviamo nella natura, rappresentate attraverso la matematica (i frattali), come alcune verdure, o il nautilus...

Secondo C.G.Jung l’immagine del mandala è una rappresentazione simbolica dell’essenza più profonda della nostra psiche, per questo osservare un mandala induce ad uno stato di calma, la sensazione che la vita ha trovato un senso e un ordine, preserva l’equilibrio psichico e lo ristabilisce in caso sia alterato.
Per sapere di più sui mandala, cliccate qui. Se invece volete colorarne qualcuno, vi invitiamo a visitare questa web da dove potete scaricarvi i mandala da colorare... Buon divertimento!
E ricordate che, a volte, rilassarsi, meditare, vuol dire soltanto non pensare e contemplare il presente.

Gastronomia: il Testarolo della Lunigiana

(foto da Internet)
Il Testarolo è un piatto tradizionale contadino che proviene dalla Lunigiana. E’ un pane azzimo sottile di forma circolare, con un diametro di circa 40cm. dall'aspetto flessibile ma consistente e di colore marrone chiaro. Viene tradizionalmente cotto in testi. Il testo è un arnese a due componenti, la teglia con bordo e la cupola. Il testarolo si taglia a quadratini e si fa rinvenire in acqua bollente “ferma”. Scolato, si può condire con pesto di basilico o con olio di oliva e pecorino grattugiato, ma potete condirlo come volete, come se fosse una pasta. Abbiamo persino trovato un'azienda che vende queste torte via internet.

13 dicembre 2006

Il Papa Benedetto XVI, nuovo caganer del presepe catalano

(foto da www.kataweb.it)

Le figurine di Benedetto XVI, insieme a quelle di altri personaggi come il Re Juan Carlos, Bush, Zapatero e i politici catalani sono diventati i caganers di questo natale. Questi personaggi tradizionali del presepe catalano sono delle statuette con le braghe calate nell'atto della defecazione. E' una delle tradizioni pagane che il cristianesimo non ha potuto cancellare. Per alcuni, i caganer sono addirittura legati ai rituali della fertilità. In ogni caso, vanno di moda e oggi sono molto venduti a Natale. C'è invece chi dice che questo sia un gesto irriverente... Voi cosa ne pensate?

Arte e architettura: Vilma Torselli




(foto da Internet)
Vogliamo consigliarvi alcuni siti curati dalla Dottoressa Vilma Torselli, architetto e un'appassionata dell'arte e dell'architettura. Fra le informazioni che abbiamo trovato su Internet su di lei, leggiamo su Cervigano.net:
Vilma Torselli è nata a Genova, dove ha vissuto fino al conseguimento della maturità classica. Trasferitasi a Milano (dove vive e lavora), ha frequentato la facoltà di architettura presso il Politecnico, laureandosi sotto la docenza di nomi storici dell'architettura italiana, quali Ernesto N. Rogers e Ludovico Barbiano di Belgioioso, dello studio B.B.P.R., Franco Albini, Franca Helg, Vittorio Gregotti, Vittoriano Viganò.
Attualmente si occupa dell'Associazione Culturale Arte&Arte e di Artonweb, galleria virtuale d'arte visiva.
Fra le sue varie collaborazioni in rete: Photo r.a.e., sito che si occupa di fotografia. De Re Aedificatoria è una raccolta di saggi, studi e osservazioni sui protagonisti e i segni nella storia dell'architettura (fra gli altri: Frank O. Gehry, Pier Luigi Nervi, Alvar Aalto, Eero Saarinen, Antonio Gaudì, Francesco Borromini, la Potsdamer Platz, il "Ground Zero" di Manhattan, l'Alhambra di Granada).
Vilma Torselli è guida del portale Supereva per il canale Arte, Cultura e Scienze, e offre la sua collaborazione a questa sezione di Cervignano Net.
Potete visitare i suoi interessantissimi blog: Arte moderna e architettura , Arte moderna, e il sito di Supereva dove è guida di arte moderna. Includiamo i link nella sezione Arte, architettura e design.

12 dicembre 2006

La poetica di Gaetano Pesce

(foto da Internet)

Gaetano Pesce è un grande creatore cosmopolita, architetto, designer, artista e progettista italiano che vive a New York. Laureato in architettura e disegno industriale, nel 1965 presenta il Primo manifesto per un’architettura elastica al congresso La società nell’architettura in Finlandia. Lavora come designer e diventa uno dei leader del Radical Design, tendenza degli anni ’60 che sperimenta nuovi materiali nel campo della progettazione di mobili. Nel’71 fonda Bracciodiferro per la produzione di oggetti sperimentali. Nel 1973 formula una teoria secondo la quale architettura e design dovrebbero essere una “rappresentazione della realtà” e “un documento dei tempi.” Ha insegnato in molte università e istituti di Architettura (Hong Kong, San Paolo, Quebec, Montreal, Yale…) e adesso insegna all'Institut d’architecture et d’études urbaines di Strasburgo e alla Facoltà di Arte e Architettura della Cooper Union a New York. Le opere di Pesce sono presenti nelle collezioni permanenti, allestite presso i maggiori musei d'arte contemporanea del mondo. Si può visitare la sua mostra a Verona fino al 23 dicembre 2006.

11 dicembre 2006

10 anni senza Marcello Mastroianni

(foto da Internet)

Marcello Mastroianni (Fontana Liri, 1924- Parigi, 1996) è stato uno dei migliori attori del cinema italiano e uno dei più noti a livello internazionale. Martedì 19 dicembre sarà l'anniversario della sua morte e per ricordarlo arriva nelle sale italiane la proiezione del film documentario Marcello, una vita dolce di Mario Canale e Annarosa Morri, presentato all'ultima edizione del Festival di Cannes. Il lungometraggio andrà inoltre in onda in anteprima nazionale su LA7 alle 21.30., accompagnato dalle musiche di Armando Trovajoli e con la voce narrante di Sergio Castellitto.

10 dicembre 2006

La morte del genocida

(foto da Internet)
Oggi è morto Pinochet, il sinistro dittatore e genocida cileno. E' morto, come molti dittatori, nel letto, in ospedale. Senza essere né giudicato né punito. I giornali del mondo intero ci riportano questa notizia. La Repubblica titola: Cile, è morto Pinochet, dittatore sanguinario. In un altro articolo, Angelo Melone, aggiunge:
(...)Nei primi tre anni di dittatura furono imprigionati almeno 130 mila oppositori. Nelle prime settimane dopo il golpe il mondo intero fu sconvolto dai racconti (e poi dalle rare testimonianze fotografiche) delle migliaia di cileni imprigionati nello stadio di Santiago. Molti passati per le armi, molti torturati (una enorme impressione destò la fine di Victor Jara, uno dei cantanti simbolo del "nuovo Cile" cui furono spezzate le mani prima di essere ucciso).

E nel linguaggio comune entrò per la prima volta il terribile termine di "desaparecido". Gli scomparsi, le migliaia di oppositori catturati e uccisi che costituiscono la lunga scia di sangue di diciassette anni di dittatura e per i quali in vita - insistono le vittime - non ha pagato. Non si è mai riuscito a stabilire con esattezza nemmeno quante siano state le vittime fatte sparire dal regime cileno. Cifre ufficiali parlarono di circa duemila persone, ma i dissidenti hanno stimato in ottantamila gli oppositori politici morti dopo essere passati per le carceri speciali del regime. Ancora oggi, in Cile e in tanti Paesi del mondo, ci sono famiglie che non sono mai riuscite a ritrovare le tracce dei loro parenti.

La repressione, e la costante paura di un ritrono dell'opposizione nei primi anni di regime, portò a una oppressione e alla caccia senza esclusione di colpi agli oppositori, fino agli assassinii in altri paesi. Migliaia di cileni scelgono la via dell'esilio. L'esperienza e la cultura che aveva accompagnato l'esperienza di Unidad Popular e del governo Allende diviene famosa nel mondo, dalle canzoni degli Inti Illimani ai libri di Skàrmeta, Sepulveda o alle opere del Nobel Pablo Neruda, morto dieci giorni dopo il golpe.

La destituzione di Pinochet, sedici anni fa, aprì per il Cile la difficile stagione dei conti con il dittatore ed il suo regime. E iniziarono anche ad arrivare le conferme delle atrocità e anche delle sue connivenze politiche. Si sono avute le conferme - non facili e con molte reticenze - dagli Stati Uniti della compromissione della Cia con molti degli ufficiali di Pinochet, si sono avute le conferme degli enormi spostamenti di capitali che i governi Usa hanno operato negli anni del golpe. Ed anche dei milioni di dollari dei conti intestati a Pinochet scoperti nelle banche estere.

Sono i crimini per i quali il dittatore simbolo dell'America Latina è stato arrestato, inciriminato, in parte condannato, ma con cui doveva ancora chiudere i conti la giustizia cilena. Come ha commentato un esule cileno in Italia alla notizia della sua morte, "doveva pagare da vivo".

Raccontami: Il "Cuéntame" italiano


(foto da Internet)
Oggi, alle 21.00h., andrá in onda su Rai Uno la prima puntata della Fiction Raccontami, ispirata alla fiction spagnola Cuéntame , dove si racconterà la vita di tre generazioni italiane dagli anni '60 in poi. E' una fiction rivolta a un pubblico familiare, e, secondo raifiction, Raccontami è indubbiamente la serie di punta della programmazione televisiva di Rai Uno delle prossime stagioni. Sarà in onda domenica e lunedì alle 21.ooh.

10 dicembre 1948: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani


(da www.Amnesty.it)
Il 10 dicembre 1948, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Dichiarazione universale dei diritti umani. Per la prima volta nella storia dell’umanità, era stato prodotto un documento che riguardava tutte le persone del mondo, senza distinzioni. Per la prima volta veniva scritto che esistono diritti di cui ogni essere umano deve poter godere per la sola ragione di essere al mondo. Eppure la Dichiarazione è ancora disattesa, perché ancora troppo sconosciuta. Potete consultare il testo integro della dichiarazione qui. Sulla storia delle diverse dichiarazioni dei diritti umani, leggiamo su wikipedia:

In età moderna, dopo il movimento del giusnaturalismo, emergono le teorie dell'Illuminismo e l'affermazione del concetto di libertà dell'individuo, soprattutto in opposizione all'assolutismo, la forma di governo caratteristica dell'età moderna.

Le prime evidenze di questa tendenza si riscontrano nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America (1776), che afferma gli "inalienabili diritti" di cui tutti gli uomini sono dotati dal Creatore, fino alla prima e vera propria carta dei diritti dell'uomo, nata nel 1789 dalla Rivoluzione francese: conosciuta come Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, e caratterizzata però da un'impostazione più astratta.

Fu poi Napoleone Bonaparte a esportare il concetto di diritti umani negli altri paesi d'Europa, anche se in realtà negandoli di fatto. Pertanto, una vera e propria diffusione degli stessi si ebbe solo dopo i moti del 1948 e la conseguente proclamazione delle prime costituzioni liberali nei vari paesi.

Un'ulteriore grande affermazione dei diritti umani si ebbe con la fine della Seconda Guerra mondiale e con la redazione della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite, siglata a New York nel 1948. Con questa Carta si stabiliva, per la prima volta nella storia moderna, l'universalità di questi diritti, non più limitati unicamente ai paesi occidentali, ma rivolti ai popoli del Mondo intero, e basati su un concetto di dignità umana intrinseca, inalienabile, ed universale.


5 dicembre 2006

Associazione Uomini Casalinghi (per gli allievi di 1º)

(foto da www.uominicasalinghi.it)
Abbiamo visto a lezione un testo giornalistico dove Lorenzo Bresciani, uomo casalingo, parla del suo lavoro. Se cliccate qui potete visitare il sito degli uomini casalinghi, l'As.U.C. dove troverete dei consigli culinari, delle opinioni e notizie varie.
Avete notato che non abbiamo trovato casalingo nel dizionario (demauroparavia) ma casalinga?

4 dicembre 2006

James Bond in Italia

(foto da www.repubblica.it)
Casino Royale è il nuovo film sulle avventure di James Bond (è il remake di quello del 1967) e rappresenta il debutto di Daniel Craig nei panni di 007 . Il film si basa sul primo romanzo di Ian Fleming, creatore dell'elegante e pericoloso agente segreto britannico. E' un bel film di azione, intenso, con una certa dose di violenza. Daniel Craig è, secondo la critica, uno dei migliori 007 che ci sia mai stato. Alcune delle scene del film si svolgono nel lago di Como e a Venezia, dove affonda un palazzo antico. In questo film ci lavorano alcuni attori italiani: l'attrice sarda Caterina Murino, Claudio Santamaria che interpreta un terrorista e Giancarlo Giannini che fa la parte di un ambiguo agente. Il film ha avuto molto successo e la prima in Italia è prevista per il 17 gennaio 2007.

3 dicembre 2006

Goya e gli italiani

(foto da www.informarte.org: Francisco Goya, La famiglia dell'infante don Luis, 1783-1784)

Alla Fondazione Magnani Rocca si può visitare una mostra sui legami tra Francisco Goya e l'Italia, in particolare Parma, dove l'artista spagnolo (1746-1828) ottenne il suo primo riconoscimento, in un concorso di pittura del 1771.