Abbiamo letto sul giornale spagnolo El País che il matematico statunitense David Singmaster (noto per avere risolto il cubo di Rubik) ha scoperto quel che è stato chiamato “il libro di magia più antico del mondo”, un libro di prestidigitazione del Rinascimento. Un articolo simile è stato pubblicato da The Guardian.
Ma questo non è del tutto vero. Quello che ha fatto Singmaster è promuovere la traduzione all’inglese del libro di Luca Pacioli, De viribus quantitatis (sul potere dei numeri), che, a quanto dicono gli articoli sopra citati, è stato scoperto recentemente nell’Università di Bologna.
De viribus quantitatis è uno dei libri del matematico italiano Luca Pacioli. Infatti, questo libro non era occulto, e Carlo Pedretti, esperto in storia dell’arte aveva già studiato il volume nel 1954.
La notizia di questa "scoperta" avrà probabilmente qualcosa a che vedere con il fatto che la traduzione sia stata incaricata dal Conjuring Arts Research Centre in New York, e che prevede un favoloso incasso con la pubblicazione di questo manuale... una vera e propria magia!
Il libro fu scritto da Luca Pacioli in italiano fra il 1496 e il 1508, e si tratta di un libro su “ludi matematici”. Leggiamo su Wikipedia:
È stato messo in evidenza come Luca Pacioli oscilli tra due concezioni antitetiche della matematica: una di natura pratica e l’altra di natura speculativa, in rapporto alla quale egli non esita ad aderire alle suggestioni mistico-magiche del platonismo umanistico. Si rivelerebbero in questo i limiti della sua preparazione scientifica.
In realtà l’opera di Luca Pacioli va vista nel contesto culturale del Rinascimento italiano. Pacioli non è - come vistosamente non lo è il suo contemporaneo Girolamo Cardano e come non lo sarà, più tardi, neppure Keplero - un matematico in senso stretto; egli stesso dichiara che per scienza matematica si deve intendere la somma di aritmetica, geometria, astrologia, musica, prospettiva, architettura e cosmografia.
È questa summa di saperi e di rimandi concettuali tra essi che lo incuriosisce e lo affascina. I rapporti con la nascente classe mercantile a Venezia, a Firenze, a Milano, a Roma e nelle molte altre città italiane dove ebbe modo di insegnare, ma anche la frequentazione di famosi artisti del tempo che lo mettono al corrente della pratica della pittura e dell’architettura, lo sollecitano ad esplorare - con la stessa curiosità e senza avvertire alcuna frattura concettuale - i rapporti tra matematica applicata e matematica teorica.
Illustrazioni di Leonardo Da Vinci per il De Divina Proportione di Luca Pacioli (1498)
L'enigmatico dipinto che rappresenta Luca Pacioli è un'opera attribuita a Jacopo de Barbari che si conserva nella Pinacoteca del Museo Capodimonte di Napoli.